Damnatio ad bestiam
Nel poliedrico mondo del diritto romano la pena capitale aveva largo impiego. In base al tipo di reato (parricidio, sedizione, tradimento, incestum vestalis, ecc.) conseguiva una specifica pena: in questo panorama figurava il supplizio della damnatio ad bestias.
Questo tipo di pratica si teneva all’interno degli anfiteatri, a seguito delle venationes (esibizioni di cacce), solitamente nell’ora del pranzo. Gli animali prediletti erano, ovviamente, feroci e principalmente carnivori (sull’esempio dei grandi felini), mantenuti in cattività in vivaria, verosimilmente sparsi per l’Impero. La condanna espletata in pubblico aveva diverse funzioni, non ultima quella di monito (giustizia retributiva) e grazie alla grande affluenza di pubblico negli anfiteatri aveva un’eco considerevole.
Le damnationes ad bestias rientravano nell’ambito dei summa supplicia ed erano destinate ad individui di rango inferiore. Sono state largamente raffigurate in antichità, soprattutto in opere musive pavimentali e da esse è facile evincere come avvenissero. Di solito il condannato era semivestito con le mani legate; poteva trovarsi avvinto ad un palo oppure trasportato su di un carro e spinto verso la belva da alcuni addetti dell’arena. Esistevano, tuttavia, anche condanne più articolate e che prevedevano una vera e propria "messa in scena" di episodi mitologici o storici, come il labirinto del Minotauro e il supplizio di Prometeo.
La punizione, proprio perché doveva portare immensa sofferenza, avveniva nel rispetto di precisi tempi e per questa ragione non doveva essere né troppo rapida, né prolungarsi troppo. Ma chi erano i condannati? All’inizio furono prigionieri di guerra, seguirono traditori, ribelli, sporadicamente donne e, in una fase successiva, cristiani.
Le damnationes ad bestias ebbero largo impiego soprattutto tra il I e il III secolo d.C. (come si è evinto da saggi archeologici condotti nelle aree limitrofe agli anfiteatri) ma con la sempre maggiore espansione del Cristianesimo questo tipo di supplizi andò diminuendo, fino ad essere definitivamente aboliti intorno alla fine del IV secolo d.C.
Il Gruppo Storico Roma Aeternum, quindi, rievoca non solo i più comuni munera, ma anche momenti di veniationes e, soprattutto, di damnatio ad bestiam, con l’ausilio di Ermes, un lupo cecoslovacco addestrato a questo tipo di combattimenti.